Maculopatia: le cure possibili

Scopriamo la patologia oculare che interessa 1 milione di italiani e le possibilità di trattamento ad oggi disponibili

visione distorta di panorama

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    La maculopatia è una patologia oculare molto invalidante nella vita quotidiana, poiché colpisce la macula, la parte centrale della retina, che ci garantisce varie attività abituali, quali: leggere, distinguere le forme, riconoscere i volti delle persone. 

    Inoltre si tratta di una malattia progressiva e irreversibile. Fino ad ora tutte cattive notizie, ma eccone una buona: ci sono possibilità di cura che permettono di rallentare o, addirittura, bloccare l’andamento della malattia. Scopriamole insieme.

    Cos’è e cosa comporta?

    La maculopatia è una malattia dell’occhio che interessa la macula, l’area che si trova al centro della retina (la membrana che riveste la superficie interna dell’occhio). La macula, quando in salute, ci permette di svolgere le nostre azioni di vita quotidiana in tranquillità, permettendoci di distinguere le forme, riconoscere i volti delle persone, così come leggere testi come questo. Al centro della macula c’è la fovea, una depressione retinica che contiene la foveola, al cui interno sono presenti dei fotorecettori che trasformano i segnali luminosi in impulsi bioelettrici, permettendoci di distinguere i colori.

    Quando, per motivi che poi approfondiremo, questo meccanismo non funziona correttamente, il soggetto che soffre di maculopatia avrà una visione distorta e sfocata del mondo che lo circonda, il quale gli apparirà sotto forma di immagini con contorni sfocati e colori poco definiti.

    Si tratta, quindi, di una patologia piuttosto invalidante, che compromette la vita quotidiana del soggetto che ne soffre. Però, come abbiamo già accennato, esistono delle cure possibili per trattare la problematica. Ma prima, vediamo quali sono i tipi di maculopatia.

    Quali tipologie esistono?

    Ad oggi si conoscono vari tipologie di maculopatia, le più comuni sono:

    Degenerazione maculare legata all’età (AMD)

    La degenerazione maculare legata all’età (AMD), conosciuta anche come degenerazione maculare senile (DMS), rappresenta la causa più frequente di cecità legale nel mondo occidentale nei pazienti anziani. 

    Si tratta di una patologia piuttosto frequente: interessa circa 1 milione di individui in Italia, di cui 200.000-300.00 in forma avanzata. Generalmente la AMD compare dopo i 55 anni di età e si presenta in due forme:

    • la forma secca (non essudativa o atrofica): è la forma più comune che interessa l’85% delle persone con AMD, ma anche la meno aggressiva rispetto alla forma umida. Di solito colpisce entrambi gli occhi e, una volta contratta, si consiglia di svolgere periodicamente controlli, per evitare che la degenerazione possa evolvere in una patologia più grave;
    • la forma umida (essudativa o neovascolare): questa è la meno comune (si verifica nel 15% dei casi con AMD), ma anche la forma più aggressiva che si evolve rapidamente. È caratterizzata dalla nascita di vasi sanguigni retinici abnormi nell’area maculare e può essere trattata con iniezioni intravitreali ripetute di farmaci specifici, che possono bloccare la crescita di nuovi vasi sanguigni. 

    Maculopatia ereditaria

    A questa categoria appartengono vari tipi di maculopatia, che dipendono da fattori genetici. Tra le tipologie conosciute, troviamo: malattia di Stargardt o distrofia maculare giovanile; malattia di Best o distrofia vitelliforme; distrofia maculare pseudo-infiammatoria di Sorsby. 

    Maculopatia miopica

    La maculopatia miopica riguarda prevalentemente i soggetti con miopia elevata (superiore alle 6 diottrie) e si caratterizza per l’insorgenza di una forma degenerativa che coinvolge il polo posteriore dell’occhio. 

    Maculopatia diabetica

    Esistono poi disturbi visivi correlati a patologie sistemiche, tra questi c’è la maculopatia diabetica che, come suggerisce il nome, colpisce i pazienti diabetici. In questo caso si può assistere alla formazione dell’edema maculare diabetico (EMD), dovuto all’accumulo di liquidi nella parte centrale della retina. Questo influenzerebbe negativamente la vista dell’individuo.

    Qual è la diagnosi?

    Per diagnosticare la maculopatia non è sufficiente una semplice visita oculistica, ma occorre svolgere alcuni esami specifici che analizzano tutto l’occhio, con particolare attenzione al fondo oculare. 

    Tra gli esami più comuni troviamo l’esame del fondo oculare, che permette allo specialista la visualizzazione delle strutture interne del bulbo,consentendo così di verificare lo stato della retina e l’andamento della patologia. Mentre, un altro test che può essere utilizzato è l’OCT (o tomografia ottica computerizzata), un esame diagnostico non invasivo che permette di ottenere delle scansioni della cornea e della retina, utili per analizzare le eventuali alterazioni. 

    Quali sono le cure?

    Come abbiamo già accennato, ad oggi non esistono trattamenti che curano definitivamente la maculopatia

    Tuttavia, grazie agli studi condotti, sono state individuate nuove cure in grado di rallentare notevolmente lo sviluppo della patologia, permettendo al paziente di vivere in tranquillità. Vediamo quali sono le cure utilizzate.

    Iniezioni di farmaci anti-VEGF

    I farmaci anti-VEGF rappresentano la terapia maggiormente utilizzata per la degenerazione maculare legata all’età (AMD), che si sostanzia in iniezioni intravitreali di questi farmaci, allo scopo di rallentare l’andamento della maculopatia in corso.

    Inizialmente, il primo farmaco anti-VEGF utilizzato è stato il Pegaptanib, approvato dalla FDA (Food and Drug Administration nel 2004. Col tempo questo trattamento si è evoluto, individuando farmaci più efficaci, ancor oggi utilizzati, ossia:

    • Ranibizumab: molecola con notevole efficacia in termini di mantenimento dell’acuità visiva del paziente (vale a dire del suo livello di definizione delle immagini);
    • Bevacizumab: alternativa più economica rispetto alla precedente. La terapia con bevacizumab prevede un’iniezione al mese per i primi 3 mesi, per individuare poi quali saranno le somministrazioni future, che verranno decise sulla base della risposta del paziente;
    • Aflibercept: con questa molecola sono previste iniezioni intravitreali mensili per i primi 3 mesi, seguite da iniezioni ogni 8 settimane.

    Nonostante l’individuazione di queste valide molecole, adatte al trattamento della maculopatia, la ricerca in questo ambito non si è fermata e ha cercato di scovare nuove soluzioni più comode. 

    A tal proposito, nel 2019 la FDA ha approvato, sempre nella terapia di farmaci anti-VEGF, il Brolucizumab, una molecola che si è dimostrata al pari dell’efficacia rispetto all’Aflibercept, ma una diminuzione di frequenza di dosi da effettuare. Se inizialmente si parla sempre di una dose al mese, dopo i primi 3 mesi si passa ad un’iniezione ogni 12 settimane.

    Ma non finisce qui! Gli studi per individuare nuove molecole adatte a rallentare la degenerazione maculare legata all’età continuano, ed è il momento del Faricimab. Vediamolo nel prossimo paragrafo.

    Iniezioni di Faricimab

    Restiamo nell’ambito delle cure per la degenerazione maculare senile, la forma più comune di maculopatia. 

    Nel paragrafo precedente, abbiamo già visto l’evoluzione delle cure legate a questa patologia visiva, ma la vera svolta accade nel 2022, quando, grazie ad uno studio pubblicato su Pubmed, viene individuata una nuova cura.

    Si tratta di una terapia prevede l’utilizzo del Faricimab, un farmaco bispecifico che, come spiega il Dr Viola, direttore dell’Oculistica al Policlinico di Milano, permette di colpire contemporaneamente due bersagli molecolari a livello di vasi sanguigni: il fattore di crescita vascolare che promuove la loro crescita anomala (VEGF) e la proteina Ang-2 che contribuisce alla loro infiammazione, provocando la conseguente fuoriuscita di fluido nella retina.

    Attraverso l’iniezione oculare del Faricimab, i pazienti conserveranno la loro vista, riducendo gradualmente il numero di iniezioni che dovranno effettuare nel loro futuro. Questa è una grande vittoria, sia per i pazienti che soffrono di ADM (i quali avranno meno iniezioni da effettuare), sia per l’equipe medica che si occupa di somministrare queste terapie.

    Vitrectomia

    La vitrectomia è un intervento chirurgico che prevede la rimozione del corpo vitreo che occupa la gran parte del volume del bulbo oculare

    Grazie alle ultime innovazioni, l’intervento viene effettuato mediante l’utilizzo di piccolo strumenti specifici che consentono di avvalersi della tecnica senza sutura (in sostanza la parete dell’occhio riesce a chiudersi da sola, senza bisogno di sutura).

    Questa terapia è consigliata principalmente per la maculopatia miopica e la maculopatia diabetica.

    Lenti intraoculari

    Iinfine, tornando alla degenerazione maculare senile, esiste la possibilità di ricorrere a lenti intraoculari che, impiantate all’interno dell’occhio, consentono di valorizzare la vista periferica del paziente.

    Nella pratica, l’individuo che soffre di AMD ha difficoltà a vedere e riconoscere gli oggetti che si trova davanti e, per vederli, deve girarsi guardandoli di lato. Per risolvere questa problematica, le lenti intraoculari permettono di spostare gli oggetti che la persona vede di lato, posizionandoli davanti alla loro vista (e migliorando, quindi, notevolmente la loro visione del mondo).

    Esistono varie tipologie di lenti, che si suddividono principalmente in: lenti che possono essere inserite nei pazienti che devono operarsi di cataratta e lenti che, invece, si adattano a pazienti che hanno già effettuato l’operazione.

    In generale, quindi, esistono una varietà di cure che ci permette di prediligere quella più adatta alla tipologia di maculopatia e, allo stesso tempo, alla nostra situazione personale. Ovviamente la cura viene scelta insieme allo specialista che, dopo aver sottoposto il paziente ai test specifici, riuscirà ad individuare la soluzione più idonea.

    Ecco i consigli da seguire

    Come abbiamo visto, la maculopatia è una patologia che può avere gravi conseguenze sulla nostra salute e che non può essere curata del tutto. Per questo ti vogliamo fornire dei consigli per ridurre il rischio di insorgenza di questa fastidiosa patologia:

    • evita il fumo;
    • consuma raramente e in piccolo quantità bevande alcoliche;
    • segui un’alimentazione varia e ricca di nutrienti con proprietà antiossidanti, come la Vitamina C, la Vitamina E e lo Zinco;
    • cerca di condurre uno stile di vita dinamico. Se puoi svolgere regolarmente attività fisica, altrimenti mantieniti in movimento.

    In sintesi, cerca di abbracciare uno stile di vita sano. Il tuo organismo ti ringrazierà! 

    Fonti

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