Reflusso gastroesofageo, anche i neonati ne soffrono

Come si riconosce il reflusso gastro-esofageo nel neonato? Quali sono i rimedi e le cure?

reflusso nei neonati

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    Reflusso gastroesofageo: un disturbo molto comune quanto fastidioso. Ma di cosa si tratta? Quando ciò che ingeriamo (cibi e succhi gastrici) trova difficoltà a dirigersi dal nostro esofago verso lo stomaco e veniamo colpiti da sensazioni di nausea, bruciore, gonfiore e dolore toracico, allora stiamo soffrendo di questo disturbo. Il reflusso non colpisce solo adulti e anziani, bensì anche i più piccoli, soprattutto nel periodo precedente il primo anno.

    Sintomi del reflusso esofageo nel neonato

    Di reflusso soffre circa il 50% dei neonati: è infatti un fenomeno tipico dei primi 12-14 mesi di vita e può scomparire con la crescita, prendendo le giuste accortezze. Il reflusso gastroesofageo nei bambini può diventare molto fastidioso e può causare irritabilità più o meno marcata nei momenti in cui ci si avvicina alla poppata o subito dopo. Nel caso del neonato infatti il reflusso consiste nella risalita di latte dallo stomaco all’esofago, con presenza o meno di rigurgito. Quali sono i sintomi principali in un neonato che soffre di reflusso?

    • Rigurgito o vomito: che si presentano in modo abituale vicino al pasto o dopo la poppata;
    • Dolore addominale e stomaco gonfio;
    • Difficoltà nella deglutizione e nella digestione;
    • Forte irritabilità, che può portare il neonato a piangere ininterrottamente;
    • Tosse o singhiozzo frequente;
    • Difficoltà a respirare e rifiuto del latte nei casi più gravi.

    Reflusso silente senza rigurgito

    Quando il bambino mostra tutti questi sintomi ma senza rigurgito allora parliamo di reflusso silente: in questo caso il bambino ha oggettive difficoltà digestive e di svuotamento gastrico senza però che il latte risalga dallo stomaco alla bocca, causando il rigurgito o vomito. Anche in questo caso il reflusso gastroesofageo sarà comunque evidente e riscontrabile a causa della forte irritabilità del neonato: un primo campanello d’allarme è quello del pianto, da parte del neonato, nell’esposizione di un fastidio non trascurabile. Se la diagnosi non è chiara e non si è sicuri che il neonato soffra davvero di reflusso è possibile rivolgersi ad un gastroenterologo pediatrico per una pH-Metria o un’impedenziometria esofagea, un esame poco invasivo, realizzato con un sondino, che permette di quantificare il reflusso gastroesofageo.

    Quando il vomito è un sintomo preoccupante

    Dato che la maggior parte dei neonati soffre di reflusso occorre distinguere i casi in cui il vomito presenta forme e una frequenza diverse dai sintomi sopracitati. Anche i lattanti con patologie più gravi possono presentare vomito: quando, dunque, c’è da preoccuparsi?

    • Vomito con sforzo;
    • Distensione addominale; 
    • Presenza di bile o sangue nel vomito.

    Se questi sintomi sono accompagnati anche da febbre, sangue nelle feci, scarsa crescita e diarrea frequente è opportuno rivolgersi al proprio medico-pediatra per una pronta valutazione.

    Reflusso nel neonato: cosa fare?

    Per prevenire e curare un disturbo comune a molti neonati come il reflusso gastroesofageo bisogna attuare un primo cambiamento nelle modalità di allattamento e svezzamento:

    • Poppate più piccole e frequenti: aiuta a mantenere una pressione bassa nello stomaco e a minimizzare la quantità di reflusso;
    • Far fare il ruttino al neonato dopo la poppata: diminuisce la pressione gastrica espellendo l’aria che il bambino ha inghiottito durante l’allattamento;
    • Addensare l’alimentazione del neonato: addensare il latte, è possibile a qualsiasi età, con l’aggiunta di mezzo cucchiaino di crema di riso a 30 ml di formula riduce il reflusso. Ovviamente per una formula più densa ci sarà bisogno di allargare leggermente il buco del biberon;
    • Dopo i pasti tenere il neonato in posizione verticale, non seduto: mantenerlo in questa postura per 20-30 minuti.

    Nei casi in cui il neonato, nonostante gli accorgimenti presi, non migliori è possibile che abbia sviluppato una forma di allergia alimentare. In questi casi, se si allatta al seno, può essere utile per la madre ricorrere ad una dieta rigorosamente priva di latte vaccino per diverse settimane. Anche nei bambini che non hanno sviluppato allergie alimentari, questo trattamento può essere molto utile poiché aiuta comunque nello svuotamento gastrico e nel miglioramento del reflusso.

    Reflusso nel neonato e trattamento farmacologico

    Il trattamento farmacologico viene utilizzato solo nei casi di malattia indotta dal reflusso gastroesofageo. In questi casi verranno scelti dal medico-pediatra farmaci che vanno ad inibire la produzione di acidi nello stomaco. Il neonato sano, che presenta sintomi di reflusso ma non di allarme, può beneficiare dei semplici accorgimenti posturali e dietetici sopracitati.

    Reflusso: è possibile ricorrere all’osteopatia pediatrica?

    Sì, l’osteopata può essere un ottimo aiuto nella cura di questo disturbo: grazie a manipolazioni precise e delicate dello stomaco, del diaframma e delle regioni del corpo ad esso correlate si possono risolvere molte delle tensioni muscolo-scheletriche e viscerali che spesso rallentano il transito del latte verso lo stomaco, favorendo quindi il reflusso nel bambino.

    Reflusso gastroesofageo nei neonati: quando passa?

    La maggior parte dei lattanti con reflusso gastroesofageo, senza sintomi o gravi complicanze, vede la scomparsa di questo disturbo dopo i 12/18 mesi di vita. Tuttavia, anche se i sintomi sono di natura lieve non devono essere sottovalutati: il reflusso gastroesofageo è un disturbo reale e fastidioso per il neonato e l’irritabilità provocata da esso può compromettere la tranquillità familiare nei primi anni di vita del bambino. Vuoi più consigli sul post parto e sulla gestione del neonato? Trovi qui tante risposte per i genitori.

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